For we are many, Cielo di piombo:epilogo.

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Bøss
view post Posted on 20/9/2009, 17:36






La porta si apre su di uno scenario diverso; diverso quanto inaspettato.
E’ un corridoio lungo, lunghissimo, del quale non si vede la fine: a giudicare dalla forma ad arco delle pareti, potrebbe essere un tunnel, o esserlo stato, considerando che né il quando né il dove sembrano avere importanza, ormai.
Mentre prendete ad avanzare nel “tunnel”, ora inondato d’acqua – vi arriva fino alle ginocchia – ricordate l’avvertimento del sogno: ‘la porta che compare nel buio si apre sugli incubi’.
Poi, nonostante sembri tutto tale e quale al ‘sogno’, c’è una cosa differente: non è buio come credevate, ma tutto è illuminato a intermittenza da una luce rossa, simile a quella degli allarmi in funzione; eppure, non è il suono di una sirena quello che udite ma… una canzone.
Le note malinconiche vi accompagnano per tutta la durata della traversata, provenienti da una direzione imprecisata e da una fonte sconosciuta.
E mentre vi avvicinate alla fine del tunnel, vi coglie di nuovo quella sensazione indefinibile, la stessa che avete provato varcando la soglia della città.

Percorrendo gli ultimi metri, la luce rossa scompare, e tutto sprofonda di nuovo nella penombra;
davanti a voi, una porta…

...l’ultima.

 
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¬ n e i d L 0 s
view post Posted on 20/9/2009, 20:06






"Cos'é? Torni su i tuoi passi? Ti ricordo che il primo a correre per salvarlo sei stato tu..."

"Ti sbagli, non l'ho fatto per i motivi che credi tu"

Detto questo lo Zarborg si voltò in avanti, essendosi girato verso Silent per rispondere alla sua domanda alquanto pungente. Ne aveva visti tanti con quel carattere, persone alle quali non importa di niente e di nessuno, o almeno così sembravano all'apparenza, ultimo fra tutti un certo Rain con il quale aveva condiviso un rigido allenamento. Ormai sapeva bene come rapportarsi con queste persone dai caratteri così forti, d'altronde anche lui, seppur in passato, era stato così e il fatto di avere nella "squadra" un tipo del genere non gli dispiaceva poi tanto, essendosi accorto del suo potere notevole.

La porta si aprì. Il quartetto composto dagli "Aspiranti Hunter" venne catapultato in uno scenario alquanto inaspettato e diverso da quello che Neidlos aveva immaginato qualche secondo prima che la mano di Aiolos si fosse pogiata sulla maniglia della porta.

Un corridoio immenso, tanto lungo da non vederne la fine, forse un tunnel, inondato d'acqua, che ormai arrivava fino alle ginocchia dei quattro, bagnandone il vestiario.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, lo Zarborg ricordò una frase, un particolare che aveva udito nel sogno fatto la notte precedente la partenza per Silent Hill... ‘la porta che compare nel buio si apre sugli incubi’.

Sembrava tutto identico a quel dannato incubo che aveva fatto, tutto o quasi. Sì perchè a differenza del sogno, che raffigurava un tunnel immerso nelle ombre più cupe, questo invece era illuminato da una luce rossa che ad intermittenza emanava il suo bagliore. Infine una lenta e malinconica melodia iniziò a risuonare per tutto il loro tragitto, senza far comprendere allo Zarborg nè la sua provenienza nè da cosa o da chi fosse generata. Improvvisamente quella sensazione stranissima e indescrivibile che Neidlos aveva provato al suo arrivo in città, ritornò a farsi sentire nell'inconscio dello Zarborg... se l'aveva percepita all'iniziò di quella infernale avventura voleva dire che ora era giunta al suo epilogo?

Poi finalmente il tunnel terminò. Percorrendo gli ultimi metri la luce rossa scomparve e il buio tornò a fare capolino su Neidlos e glialtri. Infine, un'altra porta si presentò agli occhi dei giovani Cacciatori... oltre... l'ignoto.

*Speriamo che sia l'ultima*

 
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view post Posted on 21/9/2009, 15:19
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Hunter Esperto

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Se il Destino esiste, è davvero bastardo.


Il ragazzo dai capelli verdi si aspettava chissà che cosa varcata la soglia e ne trovò… un corridoio(?!). Forse un tunnel, ma che importanza aveva? La verità era che non era ancora uscito da quell’incubo e la cosa non gli piaceva. Era in una situazione analoga a quella di partenza. Un tunnel buio. Le gambe quasi completamente a mollo nell’acqua. Mancava solo la voce…. No, c’era anche quella. Era nella sua testa. Una frase di essa gli rimbombava nella testa…

CITAZIONE
‘la porta che compare nel buio si apre sugli incubi’.

Ma cosa voleva dire? Di certo niente di buono. Nonostante quel luogo era uguale a quello dell’incubo premonitore che aveva dato origine a tutto, c’era una differenza. Una luce rossa illuminava ad intervalli regolari il tunnel ed una canzone riempiva il silenzio, dapprima interrotto solo dai suoi passi nell’acqua. Era impossibile capire da dove arrivasse. Era come se fosse ovunque.

Una strana sensazione lo pervase. Era la stessa di quando partì per quella avventura. Una strana nostalgia. Ma non seppe dire il perché di essa o per che cosa. La provava e basta. Si riscosse dai suoi pensieri quando arrivò a pochi metri da una porta. La luce che prima lampeggiava nel buio, colorando il corridoio di rosso, si spense. E delle domande tornarono implacabili nella testa del giovane. Perché? Che senso aveva avuto quell’avventura? Cos’avrebbe trovato dopo quell’ulteriore porta? Sarebbe finita? E che cosa aveva voluto dire la voce nel suo primo sogno?. Ma a nessuna di questi quesiti trovò risposta. Forse quell’ulteriore porta gliele avrebbe date, o forse no… Stava a lui scoprirlo.

La mano tremante andò a prendere la maniglia. Freddo. Lungo tutta la schiena gli corse un brivido freddo. Era come se in quel posto i sensi fossero amplificati. La maniglia girava senza farsi pregare, ma la preoccupazione che quel viaggio non fosse finito lo prese. Cos’altro poteva capitargli ancora? Ma doveva farsi forza. Girata la maniglia spinse la porta.
Ma solo il Destino sa cosa lo stava aspettando oltre la soglia…

 
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view post Posted on 23/9/2009, 17:09

Hunter

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Incubo.

Aperta la porta i ragazzi si ritrovarono nel sogno che li aveva condotti a Silent Hill. Aiolos dopo aver varcato la soglia poté constatare la terribile somiglianza. Erano finiti in un tunnel dalle pareti ad arco, inondato d’acqua, che arrivava all’altezza delle ginocchia. Era così strano muoversi là dentro. In realtà era tutto strano. La porta si era aperta su quell’oscuro corridoio così inquietante e simile a quello dell’incubo.

‘la porta che compare nel buio si apre sugli incubi’.

Quelle parole fecero eco nella mente del ragazzo. In fin dei conti quella porta li aveva ricondotti nell’incubo da cui erano partiti… eppure si era aperta nel bianco, chissà che non fosse cambiato qualcosa. Presto avrebbero capito qualcosa. La porta successiva si avvicinava sempre, e il giovane arciere procedeva dritto per il suo cammino, evitando con disinvoltura di precipitare nuovamente nei turbinosi meandri della sua anima turbata.

Percorrere ora il tunnel era però molto diverso dall’incubo. Non era buio come credevano, una luce rossa intermittente lampeggiava da chissà dove. E poi c’era quella melodia… Malinconica e triste che cullava i pensieri del biondo, e sembrava riflettere lo stato d’animo in cui versava, nonostante i suo sforzi di mostrarsi forte e risoluto.

Ed ecco tornare di nuovo l’inquietudine e l’angoscia… Sembrava essere l’ingresso in una nuova Silent Hill.

Poi di nuovo la penombra.

E infine la porta. L’ultima.


 
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Mighel27
view post Posted on 24/9/2009, 14:28




L'ennesimo corridoio. Sembravano non finire mai, ero stanco di camminarci dentro. Tutto a Silent Hills era una sorta di corridoio che portava a perdersi dei propri incubi. Ognuno di loro portava con sé il peso del proprio passato, forse era questo che li rendeva così vulnerabili. Ma questo valeva anche per me? No come avevo già dimostrato, io non rimpiangevo nulla del mio passato e questo mi permetteva di non avere esitazioni né in duello, né nella vita. Mentre riflettevo su questo, la risposta di neidlos mi riecheggiava nella testa:

"Ti sbagli, non l'ho fatto per i motivi che credi tu"

Una scusa davvero deludente. Quali siano i motivi che ci spingono a eseguire un'azione, bisogna sempre pensare alle conseguenze e farci carico di esse. Questi tipi di ripensamenti erano a me inconcepibili. Questo però, non era l'unico pensiero che mi frullava della testa.

La porta che compare nel buio si apre sugli incubi...

Quel maledetto sogno mi era tornato in mente, quel dannato corridoio era talmente simile a quello dei miei sogni. Gli unici elementi che differivano erano questa maledetta luce rossa a intermittenza che mi ricordava molto il coloro del sangue e una strana musica che echeggiava nell'aria. Tutto molto suggestivo, peccato che ormai ne avevo così tanto le palle piene che il mio unico pensiero era quello di farli a pezzi. Il corridoio finalmente terminò, davanti a noi un'altra porta...



SPOILER (click to view)
Tecniche/poteri/abilità: //

Consumo del nen del turno: 125

Danni subiti: Perforazione di media entità sul fianco destro con relativa rottura di una costola e incrinazione di una seconda, lieve bruciatura alla coscia sinistra.

Condizioni generali: Concentrato, ma dolorante.
 
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Bøss
view post Posted on 25/9/2009, 10:34




E’ un altro scenario ancora, come se nulla avesse più senso e la realtà e la materia fuggissero da sé stesse.
Sospesa in un vuoto nero, galleggiante nelle tenebre, una grande piattaforma grigia, estesa quanto la piazza principale di Silent Hill.
Al centro, ben visibile nonostante la penombra, un trono di oro e diamanti, ospitante una figura placidamente seduta.
Indossa un frac e un cappello a cilindro, nella mano destra un lungo bastone da passeggio: sembra un nobiluomo dell’epoca vittoriana.
Questi si alza non appena i convenuti mettono piede in quel nessun dove, e – ad un suo schiocco di dita – l’unica via d’uscita scompare mentre la piattaforma inizia a scendere verso il basso, con moderata velocità.

Benvenuti.
Benvenuti nella mia umile dimora.

Batte le mani.
Sorride.
Il vecchio in carrozzina è svanito nel nulla.

 
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¬ n e i d L 0 s
view post Posted on 27/9/2009, 09:54






Quando Bonx aprì la porta, i quattro ragazzi si ritrovarono catapultati in un altro contesto ancora, il quale aveva decisamente del surreale. Il buio e l'oscurità la facevano sempre da padroni, insieme ad una enorme piattaforma grigia, grande forse quanto la piazza principale di Silent Hill, sospesa nel vuoto come per magia.

Lo Zarborg mosse qualche passò in avanti per poi fermarsi alla vista di un trono, il quale si trovava proprio al centro della piattaforma. La regale poltrona si presentava tutta tempestata di oro e di diamanti e su di essa, comodamente seduto, un uomo con indosso un frac, un grosso cilindro sulla testa e un lungo bastone da passeggio nella mano destra. A prima vista sembrava una cosiddetta persona "dal sangue blu".

* E questo damerino chi sarebbe? *

Il misterioso uomo poi, alzandosi dal trono e schioccando le dita, fece in un colpo solo sparire la porta dalla quale erano entrati, la quale sembrava essere l'unica strada per tornare indietro, e fece anche muovere la piattaforma sulla quale si trovavano, la quale iniziò a scendere, non troppo velocemente, verso il basso.

CITAZIONE

Benvenuti.
Benvenuti nella mia umile dimora.


Detto questo, il nobiluomo, dopo aver battuto le mani e aver disegnato sul suo volto uno strano sorriso, fece volatilizzare nel nulla anche il vecchio sulla sedia a rotelle.

* Ma come è possibile che riesca a fare tutto questo? Che sia lui il misterioso burattinaio che ci sta manovrando sin dal nostro arrivo a Silent Hill? Non mi piace per niente questa situazione, temo possa diventare davvero pericolosa, se non lo è già adesso. Cercheò di avere un approccio moderato... *

Un turbinio di pensieri si andò formandosi nella mente del giovane Zarborg. Ora la situazione era davvero contorta e controversa, urgevano subito dei chiarimenti, quindi Neidlos si rivolse con tono pacato al misterioso personaggio:

" Grazie Signore. Un pò inconsueta come dimora però, tanto inconsueta che ci sfugge il motivo per cui siamo qui. Può dircelo lei forse? "

Non un tentennamento, non un accenno di esitazione nella sua voce, calmo e sereno come soltanto un assassino professionista o, come nel suo caso, un ex assassino professionista era in grado di fare. L'addestramento quasi maniacale che aveva ricevuto, lo aveva portato ad avere una naturalezza nel parlare e nel comportarsi anche nei momenti più critici. Da piccolo odiava quel tipo di allenamento ma crescendo, lo Zarborg aveva imparato ad apprezzarne appieno i risultati.

La domanda era stata chiara, diretta, voleva sapere perchè si trovavano lì e lo voleva sapere subito. Aveva parlato anche a nome dei suoi compagni, ben sapendo che loro volevano venire a conoscenza delle sue stesse identiche cose.

Voleva toccarsi la ferita che ancora gli procurava dolore ma un gesto del genere avrebbe insospettito un possibile avversario facendogli notare il profondo taglio. Avrebbe potuto coprirla di più, tirando il lembo del suo giubbotto di pelle da quella parte, ma anche questo movimeno avrebbe portato allo stesso risultato del precedente.

Alla fine, non mosse un muscolo.

I sensi dello Zarborg erano comunque tesi al massimo, pronti a percepire ogni segno di ostilità da parte di quello strano figuro o di qualunque altra cosa potesse attaccarli in quel maledetto posto.

Era capitato in un incubo, un incubo apparentemente senza fine. Ormai erano stanchi e feriti ma non potevano fermarsi proprio lì. D'altronde se si fosse arreso avrebbe indirettamente dato ragione a Falcon, e lui non poteva farlo, perchè lui era un degno discendente della famiglia Zarborg.



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Equip
Zaino e Stormbringer dietro la schiena.




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Status/Tecniche
Condizioni fisiche: Livido sul volto e leggera contusione alla gamba destra in via di guarigione. Taglio e bruciatura sotto il pettorale sinistro.

Stato psicologico: Concentrato ma dolorante e affaticato

NEN= 140

 
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view post Posted on 28/9/2009, 09:57

Hunter

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Varcata la soglia i giovani aspiranti cacciatori si ritrovarono in un nuovo e incredibile scenario. Oramai lo spazio, la realtà, e perché no, anche il tempo, si piegavano e si deformavano senza seguire un’apparente logica razionale, o forse si trattava semplicemente di una logica ignota. Vennero catapultati dal corridoio scavato nella roccia in un immenso spazio grigio sospeso sull’oscurità, ad occhio e croce era grande quanto la piazza principale di Silent Hill. Al centro dell’immenso spazio, si distingueva nella penombra generale un gigantesco trono d’oro e diamanti, e su di esso una figura. Un uomo decisamente elegante, con tanto di frac, tuba e bastone da passeggio. Sembrava un nobiluomo di qualche epoca passata.

Decisamente strano. Decisamente inquietante.

Non appena mettono piede in quel nuovo scenario, l’uomo si alzò, uno schiocco di dita e la porta scomparve, e come se non bastasse la piattaforma iniziò a scendere verso il basso con moderata velocità.

L’uomo diede loro il benvenuto, batteva le mani e sembrava euforico.

Sorrideva.

Aiolos era consapevole di aver vissuto fin ora, dal sogno agli zombie, dalle visioni alla porta, un’esperienza incredibile che trascendeva il senso comune delle cose. Il tutto lo aveva reso inquieto, forse lo aveva spaventato, ma lo aveva decisamente turbato e confuso. Ogni volta che cercava di riprendersi, di riappropriarsi del proprio sé succedeva qualcosa. Non poteva permettere che ciò accadesse di nuovo.

Aveva deciso. Avrebbe giocato, senza fingere né tradire il proprio io.

“Salve… Io sono Aiolos… Dove ci sta portando?”

La sua domanda seguì le parole del compagno Neidlos.

Intanto il vecchio era svanito, e la discesa procedeva.

Si… ma dove erano diretti?


 
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view post Posted on 28/9/2009, 14:00
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Hunter Esperto

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Aperta la porta si trovarono di fronte uno scenario più sconsolante di prima. Un’enorme piattaforma, estesa quanto la piazza di Silente Hill, sospesa nel vuoto. Possibile? Eppure era così. Ancora scombussolato dai vari cambi di scenario e dalle varie emozioni provate, non si era accorto che i suoi compagni erano ancora con lui, e si trovavano anch’essi in quello strano posto. Una cosa richiamò la sua attenzione. Si girò verso di essa e poté notare un trono, con un occupante seduto sopra. Con uno schiocco di dita la porta, la loro unica via di fuga, scomparve, lasciandoli in balia della figura che occupava il trono.

Contemporaneamente la piattaforma prese a scendere verso il basso, quasi che fosse un ascensore. Un ascensore di notevole grandezza. Tornò a riconcentrarsi sulla persona che nel frattempo si era alzata. Una specie di damerino. Rivolse loro la parola, con toni gentili. Subito dopo batté le mani sorridendo, possibile che li stesse prendendo in giro? Era tutto così strano… Tutto quel viaggio per incontrare quel tipo? Ma chi era? Domande che per ora non avrebbero trovato risposta…

Nel susseguirsi di parole dei suoi compagni, Bonx notò una cosa che mancava: il vecchio. Possibile che avesse scelto di rimanere in quel luogo? Non si ricordava nemmeno se era entrato nel tunnel con loro. Forse si, o forse no… I suoi compagni avevano posto tutte le domande necessarie, perciò il ragazzo stette zitto in attesa delle risposte. Era nervoso. Si poteva vedere chiaramente che non si fidava. Non si fidava di quel tipo ed era preoccupato per dove li stava portando. Ma in fondo cosa può fare un uomo contro il Destino…

 
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Mighel27
view post Posted on 30/9/2009, 21:22




La porta si aprì su un'immensa area. Praticamente vuota fatta per un’unica eccezione. Al centro c'era un trono, nel quale sedeva un uomo. Di prima poco distinguibile, poi si occhi si abituarono alla penombra del luogo. Un uomo dall'aspetto singolare vestiva abiti eleganti vecchio stile, frac, cappello a cilindro e nella mano destra un lungo bastone da passeggio. Il tipo ci fissò qualche istante, poi parlò:

Benvenuti.
Benvenuti nella mia umile dimora.


Lo avevo trovato. Un senso di euforia si propagò come un brivido in tutto il mio corpo. Ero felice, ora sapevo chi smembrare. Finalmente il burattinaio aveva un volto ed io ero pronto a riversargli sopra tutta la mia furia e sete di sangue. Il mio volto comparve uno spaventoso ghigno, pochi secondi e nessuno mi avrebbe più trattenuto. Sul volto dell’uomo comparve uno stupido sorriso arrogante, subito dopo la porta alle nostre spalle sparì. Sembrava come se il padrone di casa volesse impedirci di fuggire, ma quest’opzione non rientrava neanche nei miei pensieri più remoti. In mente avevo un’unica cosa, il desiderio di fargli male. Dopo la porta anche il vecchio sparì, non che la cosa mi dispiacesse. Ora eravamo noi e lui e questo mi bastava.


" Grazie Signore. Un po’ inconsueta come dimora però, tanto inconsueta che ci sfugge il motivo per cui siamo qui. Può dircelo lei forse? "

“Salve... Io sono Aiolos... Dove ci sta portando?”

Le parole erano inutili. Non m’interessavano i suoi motivi o che ne sarebbe stato di noi, m'importava solo che vedere presto il corpo di quell'uomo fatto a pezzi. L'istinto mi diceva di attaccarlo e farla finita subito, ma la prudenza frenava il mio corpo. Così anch'io a malincuore seguii l'esempio degli altri e mi rivolsi al tizio ma senza la loro finta gentilezza, mentre il ghigno sul mio volto non accennava a scomparire:

"Eccola finalmente la vedo in volto, su non aspettiamo oltre. Sono qui per mantenere la promessa fattovi dopo il vostro l'ultimo scherzetto... "

La mia mente era affollata di cruente scene, che raffiguravano i vari metodi con cui avrei potuto procurargli grande dolore senza ucciderlo, doveva soffrire. Ormai mancava poco, finalmente era tempo di spargere sangue... il suo.



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Danni subiti: Perforazione di media entità sul fianco destro con relativa rottura di una costola e incrinazione di una seconda, lieve bruciatura alla coscia sinistra.

Condizioni generali: Concentrato, ma dolorante.

 
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Bøss
view post Posted on 3/10/2009, 15:44




Così come si è mosso, l’’ascensore’ si arresta di colpo, come a voler permettere alla luce aranciata delle torce di illuminare le pareti di quello che pare essere un santuario e un inferno al tempo stesso.
Una stanza cilindrica, paragonabile all’interno di una grande torre vuota: sopra di voi, l’oscurità.
Sotto di voi, una grata arrugginita, incrostata di sangue e sporca di altre orribile sostanze che la vostra mente si rifiuta di analizzare.
C’è un odore acre nell’aria, un odore di cose già morte e di altre che ancora devono compiere il grande passo.
Le pareti interne, invece, sembrano offrire ai vostri occhi una scappatoia, una finestra sul mondo esterno, quello stesso mondo che vi reprime e vi attrae. Vorreste tornarci, vorreste uscire, vero? Eppure, una parte di voi – il grillo parlante della situazione – vuole rimanere. E’ così caldo e accogliente, qui. Vi sentite a casa.

Terribilmente, a casa.
Ma è una sensazione effimera: dove credevate di aver visto l’esterno, si staglia ora una parete di una tinta nera uniforme, inframmezzata di tanto in tanto da strani geroglifici iridescenti, inintelligibili.
Però l’uomo continua a sorridere: pare che fra tante domande, vi siate dimenticati di porgli la più importante: chi sei?
E lui, rispondendo all’unica domanda non espressa, spalanca le braccia iniziando a parlare solennemente, rappresentazione perfetta di un sacerdote qualunque.

“Ed egli chiese: ‘Qual è il tuo nome?’
Ed egli rispose: ‘Il mio nome è Legione…

…perché noi siamo tanti.”

 
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view post Posted on 9/10/2009, 09:30
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Hunter Esperto

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Perché?
Ve lo chiedereste anche voi se vi trovaste in un luogo fuori dal comune, con dei tipi che non conoscete, a parlare con un damerino che risponde a domande che nessuno ha posto con monologhi degni del premio Oscar.
Il mega ascensore si fermò. Le torce illuminavano le pareti di arancione, come la luce rossa illuminava il tunnel che avevano percorso per arrivare lì. Un odore di morte aleggiava nell’aria. Il ragazzo dai capelli verdi, a poca distanza dagli altri, osservava il luogo in cui erano capitati. Gli sembrò di vedere una finestra e tramite essa, l’esterno. Ma fu solo un attimo. Il secondo dopo una parete aveva preso il posto della finestra, e il nero si era sostituito al mondo di fuori.

Intanto il damerino aveva improvvisato un monologo, rispondendo all’unica domanda che non gli era stata posta. Lo sguardo di Bonx fulminò l’uomo. Si era proprio rotto di quel posto. Si mosse per andare verso di lui, passando vicino ai suoi compagni

Chi cazzo ti ha chiesto come ti chiami, pinguino!!! Dicci come andarcene da qui e levati dalle palle!!

Era esploso. Per tutta la durata del viaggio aveva cercato di trattenersi, ma i modi di quel tipo lo facevano infuriare. E così aveva detto ciò che pensava. Con voce forte e rabbiosa, aveva espresso il suo pensiero. Era sparito il vecchio rompipalle e si erano ritrovati di fronte un damerino.
Che scherzo era mai quello?

 
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Bøss
view post Posted on 9/10/2009, 13:37




Bonx
L'uomo - uomo? - tace d'improvviso, di fronte alla manifestazione di tanta bassezza culturale.
E' questione di un attimo, e ti ritrovi sollevato verso l'alto da mani invisibili, ma che mani non sono.
Una sorta di potere psicocinetico? Può essere, almeno a giudicare da come vieni sballottato avanti e indietro senza che tu possa fare nulla per evitarlo.
E mentre i tuoi compagni osservano la scena, paralizzati da qualcosa che non riesci a capire, raggiungi i dieci metri di distanza dal terreno e vieni spinto violentemente contro il muro: questo si deforma, muovendosi come vivo, agitandosi alla stregua di un tessuto organico.
Fuoriescono braccia e mani, rosse e sottili, che si serrano attorno ai tuoi arti e al tuo collo, immobilizzandoti.

"Detesto essere interrotto, soprattutto da chi manifesta cotanta mancanza d'educazione. Dicevo..."
Ti ha appeso al muro, in tutti i sensi possibili.

Neidlos, Aiolos, Reido
Perchè non riuscivate a muovervi, un attimo fa?
I vostri piedi erano come incollati al suolo, rendendo vana qualunque cosa vi fosse venuta in mente di fare.
Ora, all'abbassarsi del braccio di colui che si è presentato come il demone biblico di nome Legione, dalla sua posizione si diparte un'onda immateriale, avvertibile solo tramite un leggero tremolio dell'aria.
Non appena ne venite investiti, tutti i vostri peggiori ricordi e i vostri peggiori incubi, vengono rivissuti. Ancora. E ancora. La peggiore delle torture.

QM Point
"Spezzo" i turni a tutto vantaggio del realismo. L'onda conta come un attacco psichico di livello Medio: dovrete spendere tale quantità di energia se volete spezzarne gli effetti. Chiaramente, una volta fatto ciò sarete anche liberi di muovervi.
Bonx, stesso discorso per te, con l'unica differenza che le braccia che ti tengono legato contano come una tecnica di livello Alto: puoi usarne una equivalente per romperli e tornare coi piedi per terra, o attendere che ci pensino i tuoi compagni a salvarti la pelle.
A voi, e niente autoconclusività, se non per quanto riguarda le difese: lì avete - naturalmente - piena facoltà di decisione.

 
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Mighel27
view post Posted on 14/10/2009, 20:03




M'ignorava. Quel bastardo mi stava ignorando, mentre il piano dove giacevamo stava salendo come fosse un ascensore. Il paesaggio stava ancora cambiando, la stanza sembrava l'interno di un'altissima torre cava. Ma personalmente la cosa m'importava davvero poco, scuro in volto presto avrei attaccato il mio nemico incurante delle conseguenze. Qualcuno mi precedette nel rispondere

Chi cazzo ti ha chiesto come ti chiami, pinguino!!! Dicci come andarcene da qui e levati dalle palle!!

Mi aveva levato le parole di bocca, anche se io avrei usato parole più scurrili. Improvvisamente il piano fermò la sua salita e finalmente il burattinaio si rivolse ai suoi burattini. Il ragazzo che aveva risposto, si sollevò in aria come tirato da qualcosa e si scaraventò al muro. Intanto mi accorsi della mia completa paralisi e questo mi fece parecchio incazzare. Poteri telecinetici? Non era la prima volta che incontravo uno psionico, anche se non ne avevo l'assoluta certezza. Se credeva che ciò bastasse a fermarmi aveva fatto male i conti...

"Detesto essere interrotto, soprattutto da chi manifesta cotanta mancanza d'educazione. Dicevo... "

"...che non mi interessa ciò che ha da dire, non la faccia una cosa personale, ma il mio unico interesse è quella di vederla morire i una lenta agonia e di tornare al più presto alle mie occupazioni."

Ero un modo gentile per dire "fottiti e levati dal cazzo". Terminate le parole misi subito in atto le mie minacce, anche se le mie condizioni fisiche non erano delle migliori.

...vista la mia paralisi, ho solo due possibili tecniche: compressioni e vuoti, ma vista la distanza che praticamente è al limite se non oltre il mio raggio d'azione utilizzo del vuoto è rischioso quindi ho solo una scelta...


Così a meno di un metro dl volto del damerino formai una compressione d'aria, che rilasciai all'istante. Essa a scanso di errori avrebbe spazzato via tutto nel raggio di 5 m, più che sufficienti per raggiungere il tizio. La tecnica oltre al gran frastuono avrebbe provocato un notevole spostamento d'aria. Chi sa se sarebbe riuscito a mantenere la concentrazione per tenerci a bada, dopo quel colpo...



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Tecniche/poteri/abilità:
CITAZIONE
Nome: Sfere d'Aria
Origine: Spirit Wind
Descrizione: Controllando l'aria, Reido è in grado di comprimerla in modo da creare sfere ad altissima pressione che una volta create, esplodono come vere e proprie bombe. L'esplosione provoca un enorme spostamento d'aria, ma il suo effetto distruttivo è limitato a 5m dall'origine. Le sfere possono essere create in un qualsiasi punto nel raggio di 20 m.
Tipo: Offensivo
Durata: Istantanea
Consumo: Medio (1 sfera) Alto (2 sfere) Critico (5 sfere)

Consumo del nen del turno: 125-20=105

Danni subiti: Perforazione di media entità sul fianco destro con relativa rottura di una costola e incrinazione di una seconda, lieve bruciatura alla coscia sinistra.

Condizioni generali: Concentrato, ma dolorante.


Edited by Mighel27 - 15/10/2009, 14:45
 
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view post Posted on 18/10/2009, 13:39

Hunter

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Il piano si fermò e i ragazzi si ritrovarono all’Inferno.

Un’enorme stanza cilindrica, una torre vuota e nera. Sulle loro teste giganteggiava l’oscurità. La poca luce era data dalle torce dai bagliori arancioni, ogni tanto si intravedevano strani geroglifici iridescenti e sotto di loro una grata sporca, di sangue e non solo.

Aiolos… sentiva di trovarsi a casa. Una terribile sensazione.

Quel sentire il posto così familiare, così vicino a lui, come se in un certo senso gli appartenesse, o meglio, come se quel posto lo possedesse, lo faceva rabbrividire. Era una sensazione così viva. I suoi sensi avevano iniziato a vibrare, come per ricordare qualcosa… come per risvegliare qualcosa. Stava nuovamente perdendo la propria stabilità… stava iniziando a vacillare in un fiume di visioni subito rimosse per la maggior parte… visioni senza senso per lui…

La situazione aveva ormai da tempo sorpassato il confine della comune “razionalità”.

“Ed egli chiese: ‘Qual è il tuo nome?’
Ed egli rispose: ‘Il mio nome è Legione…

…perché noi siamo tanti.”

Di nuovo quelle parole. Quelle parole che per il giovane non avevano un grande significato, ma che lo riportavano con forza ai demoni accusatori che aveva cercato di respingere. Quei demoni che cercavano beffardi di tornare a sopprimere la sua identità…

Ma teneva duro. Doveva farlo.

Era innegabile che qualcosa stesse cambiando in lui. Anzi qualcosa era già cambiato. Lo sentiva.

Le vicende di Silent Hill lo avevano segnato… e tutto non era ancora finito.

Anche nell’improbabile caso in cui tutto finisse di lì a pochi minuti non si sarebbe certo ripreso completamente, non sarebbe più stato lo stesso…
Ora come ora doveva resistere. Però una nuova decisione prese forma lottando contro forze ignote.

Avrebbe indagato la sua anima, prima o poi… non poteva rimanere così…
Eppure una parte di lui sentiva che solo volendo “sapere” stava veramente facendo qualcosa di “sbagliato”…

Intanto mentre se ne stava chiuso in sé stesso, dimenticando perfino ciò che aveva detto a “Legione”, uno dei suoi compagni, Bonx, si era mosso in un modo che in tempi di piena lucidità avrebbe definito molto impulsivo.

I suoi modi non erano stati graditi da quel tipo che poco prima sembrava inquietantemente così cordiale.

Un gesto, forse.

Non ne poteva essere sicuro.

E la sua mente perse il controllo del corpo.

Paralisi.

Ciò che accadde di lì a poco lo allontanò dalla “realtà”. Le vicende dei suoi compagni, ciò che gli accadeva intorno, tutto prese ad offuscarsi e a perdere importanza, mentre per volere di Legione l’anima di Aiolos fu sommersa in un mare di oscure e incomprensibili visioni.
Posti raccapriccianti, e amari ricordi, o se memorie non erano ci andavano molto vicino.

Il senso di inadeguatezza lo possedeva. Si sentiva colpevole. Doveva espiare le sue colpe e i suoi peccati. Sentiva di aver accettato il verdetto, ci credeva. Che stolto era stato nel credere di essere nel giusto. Sentiva la sua anima torturata, un dolore più dilaniante di qualsiasi tortura fisica e terrena concepita. Nel posto vago e di tenebra in cui era proiettato si ergeva oscura una terribile figura. Il nero carceriere.

Era perso nel suo Inferno… un Inferno tremendamente reale… un Inferno in cui era già stato…

Non né conosceva il perché… eppure quella era la sua punizione… giusta…

Il resto era nell’oblio…

 
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